Carissimi,
non avremmo mai immaginato di celebrare la Santa Pasqua in un momento come quello che stiamo vivendo. Stavolta fa male. Fa male perché questa pandemia ci sta impedendo di vivere quelle che sono le nostre più intime tradizioni. Fa male perché sembra allontanarci da ciò che da sempre è una liturgia che ci coinvolge, che si attende per un anno intero e che, al suo arrivo, scorre via troppo velocemente, quasi fuggendo, senza che la si riesca ad assaporare come meriterebbe. Quest’anno sarà diverso. Le strade sono vuote, gli altari non sono stati allestiti. Nessuno potrà passeggiare. Sarà una celebrazione silenziosa, un'altra giornata di attese. Anche per questo avevo l'intenzione di continuare come se fosse stata una giornata qualunque, rimandando ad un momento migliore ogni considerazione. Oppure mai. Ma ricevo continuamente gratifiche e conferme dai nostri assistiti, come non me lo sarei aspettato. Sono tanti, da ogni parte, soprattutto colmi di affetto. E questa cosa mi ha fatto prima emozionare, tanto. Poi pensare. È vero, è un momento triste e difficile, ma l'affetto mostrato mi sussurra anche un'altra cosa: proprio perché è un momento così difficile abbiamo bisogno di stare uniti e condividere emozioni e sentimenti. Abbiamo bisogno di sorridere e condividere i sorrisi. Non che questo cambi o allevi la realtà, ma la affianca aiutandola e aiutandoci. Per la nostra missione di medico, ogni gesto positivo diventa un alleato, soprattutto per il nostro spirito, confuso, spaesato e un po' spaventato (anche se non lo vuole ammettere a piene parole). Ecco perché tutti abbiamo bisogno di sentimenti veri, semplici, diretti, profondi, che riscaldino come un abbraccio in silenzio. Siamo tutti uniti in questo momento, come tante voci in mezzo al buio, che si cercano, si uniscono, dandosi forza vicendevolmente e rischiarano l'oscurità con il calore. Non smetterò mai di sorprendermi della profonda umanità che ha il nostro paese. Nei confronti soprattutto di chi vive con grande dolore e difficoltà questo momento. Se iniziamo a vedere la luce, ancora lontana certo, è proprio per questo modo di affrontare le cose. Non possiamo inventarci miracoli ma possiamo fare la nostra parte. Non possiamo sapere quanto dura la notte ma possiamo illuminarla di speranza. Con la stima e l'affetto di chi sa apprezzare le persone speciali, vi auguro una serena e santa Pasqua! Enzo Santonicola |